Per sfuggire ai creditori e al pubblico inferocito per l'ennesima pagliacciata presentata sul ring, l'impresario di lotta libera Raimondo Rusteghin e il suo socio salgono a bordo di una macchina del tempo decisi a raggiungere un futuro migliore. Ma, sbagliando a manovrare i comandi, si ritrovano catapultati nell'antica Grecia, dove, scambiati per maghi, vengono coinvolti, loro malgrado, nella rivalità tra Ercole e Maciste e, quando due ancelle li aiutano a recuperare la macchina del tempo, sono ben felici di tornare nel presente. Marchesi e Metz scrivono per Mattoli una parodia dei "peplum" di Cinecittà utilizzando l'espediente del viaggio nel tempo e confidando sulla simpatia e sul talento di comici e commedianti assai popolari.